FN Browning 1906

FN 1906 Browning

Cari amici, dato che dalla cantina di casa è sbucata l’arma del bisnonno.. oggi parleremo di questa pietra miliare: La FN browning 1906.

Nota come FN 1905 (anno del brevetto) o come FN 1906 (anno di produzione), questa splendida arma semiautomatica è stata prodotta dalla belga “Fabrique Nationale de Herstal” in Europa fino agli anni 50.
La Colt l’ha commercializzata senza modifiche (solo la grip e’ leggermente diversa) negli stati uniti come “Model 1908 Vest Pocket”.
Disegnata dal mitico John Moses Browning è uscita in varie versioni, identificabili dal tipo di sicura. Quella uscita dalla cantina e’ del terzo tipo.

E’ un arma molto ben fatta, particolarmente compatta e leggera, pesa meno di 400 grammi ed e’ lunga circa 11 cm, praticamente potrebbe essere messa nella tasca di un pantalone senza essere minimamente notata.
Al tempo fu molto diffusa in tutta Europa ed è quindi ancora reperibile nelle armerie o da privati a prezzi che a volte possono aggirarsi anche intorno ai 50€, quindi un pezzo di storia e da collezione, accessible veramente a tutti.
La canna da 2 pollici della FN 1906 è in 6,35 browning (o .25 ACP negli USA), calibro appositamente realizzato dalla “Union Metallic Cartridge Company” (U.M.C.) per quest arma. Il caricatore e’ da 6 colpi.


Lo sgancio del caricatore non è dei più comodi, date le ridottissime dimensioni dell’arma e dato che il pulsante di sgancio è posizionato sul fondo dell’impugnatura.
Stupisce la sicura dorsale sull’impugnatura, simile a quella che troveremo poi sulla 1911.
La tentazione di provare una delle munizioni d’epoca ritrovate assieme all’arma e’ troppo forte, ma come era prevedibile la loro efficacia e’ ormai compromessa e al primo colpo la palla rimane in canna, dovendo necessariamente ricorrere a munizioni commerciali moderne per poter sparare qualche colpo.
La precisione e’ molto limitata, non essendo nemmeno presenti delle tacche di mira, ma soli una scanalatura lungo il carrello. Del resto quest’arma non e’ stata pensata per il poligono, ma per situazioni di emergenza e ingaggi a breve distanza (questa in particolare pare sia stata portata fino in Etiopia)

Dopo una bella pulita appare evidente la qualità delle finiture e delle fresature (di precisione anche superiore a molte armi più moderne) che hanno ancora il sapore della rivoluzione industriale e degli sviluppi tecnologici che avvennero negli anni in cui quest’arma fu concepita.

Sul lato del carrello appare la scritta in serif:

FABRIQUE NATIONALE D’ARMES de GUERRE HERSTAL BELGIQUE
BROWNING’S PATENT                 DEPOSE

Sebbene occupi un posto come arma comune in denuncia, vale la pena tenere questa ex-ordinanza nella propria collezione, apprezzarne le soluzioni tecniche e divertirsi di tanto in tanto a sparare qualche colpo.

Lo smontaggio è abbastanza semplice: una volta posizionato il carrello in hold-open, sarà possibile ruotare la canna, per svincolarla dal fusto e permettere al carrello di uscire.
A questo punto potrà essere rimossa la canna, la molla e il percussore per poterne effettuare la pulizia.

1,2, 10,11 – handle cheeks with screw and nut;
3 – shutter cover;
4,5,6 – ejector with a spring and an axis;
7 – trunk;
8,9 – return spring with a guide rod;
12,13 – trigger with axle;
14 – trigger lever;
15 – frame
16,17,18 – drummer with a mainspring and a guide spring of a mainspring;
19,20 – manual safety with a spring;
21,22 – whispered with the axis;
23,24,25 – store fuse with axle and spring;
26 – store lock;
27 – dvuperaya spring whispered and the trigger lever;
28,29 – automatic fuse with an axis;
30,31,32 – feeder, spring and body of the store.

Andando a cercare il significato dei vari punzoni possiamo identificare facilmente quelli riportati su fusto e carrello:

Il primo si riferisce alla certificata idoneità all’uso di polveri smokeless e quindi “Nitro Proof”.
Il secondo e’ il visto dell’ispettore, la lettera D.
Il terzo punzone e’ la Prova finale per polvere nera; prova della chiusura.

Dopo qualche prova con un po’ di dispiacere il percussore si e’ rotto ed e’ stato necessario recuperare un pezzo di ricambio (sempre dell’epoca) per poter rimettere l’arma in funzione.
Probabilmente a causa dell’utilizzo e della mancata manutenzione per tutti questi anni il pin si deve essere ossidato perdendo materiale e cedendo dopo qualche utilizzo.

CONCLUSIONI

Di quest’ arma oltre al gusto di assaporare la storia tenendola nelle proprie mani, ci rimane l’apprezzamento per l’incredibile compattezza e portabilità, invidiabile a molte armi piu’ moderne.

Lascia un commento

+ 13 = 21